Il Counseling Psicosomatico ed Olistico rappresenta un’opportunità concreta per approfondire la conoscenza di sé ed affrontare i disagi che quotidianamente, nelle diverse espressioni della vita, opprimono e inibiscono le grandi e luminose potenzialità insite in ogni essere umano, prevenendo così stati patologici di maggiore rilievo che solo la psicologia clinica può affrontare adeguatamente.

La sua applicazione consiste in una relazione d’aiuto che si crea tra il counselor ed il cliente atta a migliorare la qualità della vita nelle sue svariate valenze.

Si occupa di problemi specifici come prendere decisioni, sviluppare l’auto-conoscenza, migliorare il proprio modo di relazionarsi con sé e con gli altri, ma soprattutto fornisce le modalità di lettura delle “mappe corpo/mente” che permettono di cogliere dai messaggi sintomatici la direzione adeguata da intraprendere.

E’ una modalità d’intervento che si fonda sul sostegno personale, sull’orientamento e sull’empatizzazione reciproca tra il consulente ed il soggetto assistito.

Instaurando una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi dell’interessato, l’operatore costruisce una nuova visione di tali problemi, allo scopo di “smontarli” e superarli ripristinando, così, una naturale condizione di serenità.

Il Counseling ritiene che ogni individuo sia autonomo: non a caso il suo intervento è mirato anche ad incentivare il concetto di responsabilità individuale. Per questo il counselor ha, nei confronti del proprio cliente, un atteggiamento attivo, propositivo e stimolante verso la capacità di scelta.

L’azione del consulente contiene in sé l’arte del “tirar fuori”...

Ovvero la capacità di risvegliare l’energia nella persona altrui, facendo emergere la forza della ricerca ed il risveglio della coscienza in base alla propria “missione di vita”, fino ad arrivare al “conosci te stesso”.

E’ l’arte del dialogo e dell’indagine introspettiva reciproca.

E’ amore per la virtù in quanto tensione e ricerca che va ben oltre agli schemi sociali e ai ruoli istituzionali.

L’obiettivo generale è quello di offrire ai soggetti la possibilità di condurre una vita il più possibile soddisfacente e ricca di risorse. 

Uno dei buoni fini di maggiore rilievo del Counseling è quello di espandere la consapevolezza stimolando e rigenerando quella intelligenza ordinatrice capace di liberare l’essere umano da pesi e allarmi superflui affinché si possa dirigere fluidamente verso fini buoni, e cioè adeguati all’unicità del soggetto stesso, attraverso pensieri e azioni funzionali adeguate, nel totale rispetto di sé e della comunità.

Per questo è assolutamente necessario ristabilire un intimo contatto con la propria vera identità personale, sociale, e spirituale.

Il lavoro del counselor, d’altronde, dovrebbe essere fondamentalmente quello di favorire la conoscenza di sé.

Il Counseling NON è una disciplina medica né psicologica, così come voluto da uno dei suoi padri fondatori, Carl Rogers: fu proprio lui ad abbandonare il termine paziente per sostituirlo con quello di cliente.

Il counselor, come la figura dell’assistente sociale, rientra nell’area sociale, mentre invece psicologo, psicoterapeuta e psichiatra rientrano all’interno dell’area della salute mentale.

Consapevolezza

Attraverso un percorso introspettivo guidato dal professionista, che deve essere capace di creare nuove possibilità e nuove visioni, il soggetto diviene in grado di ritrovare la propria energia, finalmente "liberata", e di orientarsi verso una vita il più possibile soddisfacente e ricca di risorse grazie ad una rinnovata consapevolezza e comprensione.

Le sedute di Counseling sono condotte da Giuseppe Paterniti.