Intervista alla Coach Silvia Fossa: Cosa la Stone Temple Tao può fare per te

Come e quando è nata la tua collaborazione con la Stone Temple Tao?
La mia avventura con la Stone Temple Tao inizia nel 2003, anno di fondazione della Scuola stessa. Dopo una carriera agonistica ad alti livelli nell’atletica leggera, decisi di cambiare il mio percorso di vita e cercai una disciplina che potesse farmi crescere sia dal punto di vista fisico ma soprattutto che mi desse la possibilità i lavorare sul piano emotivo ed interiore: conobbi il Taiji Quan e con esso la Stone Temple Tao. Date le mie caratteristiche ed il background da cui provenivo, inizialmente non fu facile adattarmi a un’arte che lavorava sul corpo in modo delicato, ma dentro di me sentivo che quella era la strada giusta e proseguii.

Come ti sei avvicinata al kung fu per ragazzi e al combattimento sportivo?
Continuai a studiare assiduamente, il Maestro Paterniti mi dava la possibilità di partecipare a seminari anche esterni alla nostra scuola: ho potuto così seguire gli insegnamenti di alcuni dei più importanti maestri provenienti dalla Cina.
Dopo essermi formata in un percorso per insegnanti dedicato nello specifico al Kung Fu di Chenjiagou (piccolo paesino cinese patria del Taiji Quan) rivolto ai bambini, iniziai a collaborare attivamente con la Stone Temple Tao, prodigandomi nella trasmissione del Taiji Quan ai più giovani.
In seguito, grazie agli insegnamenti del Maestro Paterniti, conobbi l’aspetto più marziale dell’arte, il Sanda, ovvero il combattimento  sportivo  cinese. Me ne innamorai subito! Iniziai un percorso di studio specifico che mi portò ad apprendere sotto la guida dei più grandi campioni di sport da combattimento: Sanda, K1 e Muhay Thai. Ottenni così un gran numero di riconoscimenti e premi, all’interno di alcune tra le più importanti federazioni marziali nazionali e mondiali. Guadagnai una cintura nera 2° Duan per il Sanda nella FIWuK (Federazione Italiana Wushu Kungfu), e una cintura nera 3° Duan in IwuF (International Wushu Federation), nonché il diploma di istruttrice di MMA in FIGMMA (Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts).

Quali benefici apporta la pratica marziale ai ragazzi?
La pratica dell’arte marziale e dello sport da combattimento è essenziale ed estremamente formativa per i ragazzi. Attraverso questo tipo di percorso hanno la possibilità di conoscere ed ascoltare il loro corpo, sviluppandone le potenzialità e migliorando i loro punti deboli. Grazie al confronto imparano a relazionarsi con l’altro, oltre che con se stessi; imparano a gestire il loro corpo nella relazione, acquisendo la capacità di ascoltarsi ed ascoltare.

Che cosa accade realmente durante il combattimento?
Ogni volta che un ragazzo sale sul ring, lì mette tutto se stesso: le sue paure, le sue ansie, le sue emozioni, ed è costretto a confrontarsi con esse, ad osservarle e a sublimarle. Per poter andare avanti, ed arrivare alla fine del match, l’atleta deve prendere atto di ciò che è. Attraverso questa osservazione reale e sincera, ogni volta che scende dal ring, il ragazzo ha compiuto una trasformazione attraverso una presa di coscienza, sia che vinca o che perda l’incontro. Vittoria e sconfitta non sono importanti, ciò che conta è affrontare i propri limiti, così scenderà dal ring più forte di prima.

Com'è, in quanto donna, praticare il combattimento sportivo?
Partiamo dal presupposto che l’unica differenza tra uomo e donna di cui si può parlare è in termini fisici; l’uomo è di norma fisicamente più potente di una donna. Non nego comunque di aver incontrato alcune difficoltà nel mio percorso, non tanto nella gestione di una squadra di ragazzi agonisti, ma piuttosto negli ambienti dedicati, nei quali, essendo popolati quasi esclusivamente da maschi, a volte mi sono vista affrontare atteggiamenti di sottostima solo per il fatto di essere donna. Atteggiamenti immediatamente dissolti nel momento in cui ho saputo prontamente dimostrare il valore del mio lavoro attraverso i miei atleti.

E allenare una squadra agonistica maschile?
La gestione di una squadra agonistica dipende dal rapporto che riesci ad instaurare con i ragazzi. Quando dimostri loro, con i fatti, che la preparazione è valida e riesci ad essere adeguatamente autoritaria, gli allievi automaticamente ti seguono, ti donano la loro fiducia, perché riconoscono il valore della persona che si trovano davanti e del lavoro che svolge.
Ho un ottimo rapporto con i miei ragazzi, che parte dall’aspetto tecnico che si lavora in palestra e sfocia, talvolta, anche nella gestione degli aspetti personali.
Essere Coach significa seguire un atleta in ogni suo aspetto, significa essere disponibile in qualsiasi momento e a qualsiasi ora, significa amare ciò che fai e mettere tutta te stessa per il bene fisico e mentale dei ragazzi.

Cosa ha fatto per te la Stone Temple Tao?
La Stone Temple Tao mi ha dato la possibilità di scoprire la mia indole, l’aspetto guerriero che è in me, di ascoltarlo e svilupparlo. Mi ha permesso di lasciar fluire la mia essenza nella direzione in cui era necessario andasse. Il combattimento è solo una simulazione di quella che è la vita reale, più ti alleni a combattere, più sarai forte di fronte alle difficoltà.

- Silvia, 39 anni (Coach)

 

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